La gioia di quando scrivi narrativa


Approfittando di una mia recente corrispondenza con un’amica del blog che condivide la mia passione per la scrittura, parlerò dei momenti più belli legati a questa attività. Quali sono gli attimi più appaganti di quando sei impegnato a scrivere un romanzo? Quand’è che ti senti pieno di energie titaniche e di titaniche euforie? Quand’è che gioisci e quando ti senti un cadavere intento a suicidarsi su una storia che sembra spazzatura? Naturalmente questi stati d’animo sono legati a esperienze personali. Ciascuno è fatto a modo suo e reagisce agli stimoli in modo diverso. Tuttavia da ciò che ho letto posso affermare, sia pure con tutte le cautele e i distinguo possibili, che quanto dirò ha un certo fondamento e risulta abbastanza condiviso dalla maggior parte degli scrittori. (Mi considererò in questo e nei post seguenti uno scrittore a tutti gli effetti, anche se non ho conseguito nessun risultato degno di nota in questo campo; più o meno mi baserò sul presupposto che se respiri e mangi e ami sei un uomo, anche se non hai fatto nulla che ti qualifichi come tale… e se scrivi e soffri e gioisci facendolo, allora sei uno scrittore, anche se nessuno ti riconosce in questa veste.)

Parlerò con più dettagli della gioia collegata all’atto di scrivere narrativa nelle prossime puntate. Qui posso dire soltanto che secondo la mia esperienza personale io provo il massimo del piacere, uno stato d’animo di pura esaltazione addirittura, quando ho l’idea per un romanzo, quando sviluppo quell’idea, la arricchisco di complicazioni e quando infine la giudico sufficientemente robusta e originale per sostenere una storia da sviluppare su qualche centinaio di pagine (il fatto che io la giudichi degna non significa ovviamente che lo sia davvero). Da questo momento di gioia quasi perfetta, di idillio amoroso unico con la narrativa, c’è una costante perdita di felicità sino alla fine del romanzo (la gioia si muterà in profonda infelicità, fonte di memorabili incazzature, durante le operazioni che sei costretto a svolgere dopo aver scritto la parola fine sulla tua storia).

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