Disegnare la copertina del tuo romanzo



Disegnare la copertina del tuo primo romanzo, dopo che non tocchi una matita da qualche decennio e scoprire che l'immagine che crei, a dispetto di ogni previsione, non è poi tanto malvagia.
Capire tu non puoi, tu chiamale se vuoi emozioni.Come qualcuno saprà devo pubblicare un mio romanzo in un futuro non lontanissimo, ma nemmeno imminente. Come qualcun altro potrebbe aver saputo da un mio vecchio post, in passato ho cercato di fare il disegnatore di fumetti. Non è strano che a un certo punto io abbia potuto immaginare la copertina del mio romanzo. E' un po' più strano l'aver pensato di riprendere in mano matita e fogli da disegno dopo una vita.
Per un po' ho tentato di respingere questo mio impulso. Non si contano gli anni intercorsi da quando ho appeso al chiodo gli attrezzi da disegno. E anche quando mi esercitavo tutti i giorni copiando le tavole dell'immenso Burne Hogart - ossia del più grande disegnatore di Tarzan e di una delle più belle matite di tutti i tempi - beh, nemmeno allora ero un granché come fumettaro. Insomma, mi impegnavo molto, sono uno che ci dà dentro sempre, ma il talento con la matita è un'altra cosa.

In ogni modo ho deciso che un tentativo di disegnarmi la copertina del romanzo si poteva sempre farlo. Di certo non sarebbe morto nessuno. Sono quindi andato nella più grande cartoleria napoletana, la Guida, che neanche a farlo apposta si trova nella (in questo blog) pluricitata Port'Alba. Sono salito fino al secondo piano del negozio, quello dedicato agli artisti, piano a cui non salivo da quasi vent'anni. Ho ritrovato subito antiche emozioni rivedendo pennini e inchiostro di china, pennelli e manuali per imparare a disegnare. Mi è sembrato di mettermi in una macchina del tempo e tornare a un mondo che ormai non c'è più. Il massimo dell'emozione l'ho provato quando ho avuto in mano una boccetta di inchiostro nero di china. Immaginavo di immergervi un pennello e poi passare delicatamente le setole dell'attrezzo intrise di nero seppia su un foglio Bristol. E' un'emozione che può comprendere solo chi si sia dedicato a questa pratica, anche perché usare bene il pennello con la china è una pratica che riesce solo ai maestri dell'illustrazione (io per esempio non ci riuscivo, usavo il pennello solo per riempire grandi spazi neri).
Comunque non la faccio lunga, anche se le suggestioni al secondo piano della cartoleria erano tante. Ho comprato un po' di attrezzi da disegno, cercando di spendere poco perché avevo seri dubbi sull'esito del mio tentativo. A casa tuttavia, pur dopo un lungo periodo di riassestamento, sono riuscito a creare una figura che si avvicinava alquanto alla mia idea. Qui ho esitato. Si trattava di ripassare a china la figura. Situazione da prendere con le molle perché già quando sei allenato non è raro che inchiostrando un buon disegno lo rovini. In tutti i casi indietro non si poteva tornare. Mi sono raccomandato l'anima a Dio e ho inchiostrato. Ci ho dovuto dare dentro di gomito, dato che c'era da riempire di nero larghe sezioni di foglio.

Il risultato finale dei miei sforzi artistici non è malvagio. Non so se l'immagine che ho creato possa essere un'efficace copertina di romanzo. Però so che è una discreta illustrazione da fumetti. Insomma, si può fare pure di peggio di quanto ho fatto io.
Il problema è che non ho lo scanner. Quindi al più presto, metto il mio disegno o una fotocopia in una busta e la spedisco al mio editore. Se anche il mio disegno non fosse adatto a una copertina di romanzo, mi sono comunque divertito a farlo. E' stata una bella esperienza. E' proprio vero che non bisogna mai dire mai. Nella vita prima o poi torni a fare pure cose da cui avevi giurato di stare alla larga.

La copertina del romanzo da me disegnata è quella sopra. Ha perso nitidezza nel passaggio nello scanner, ma il disegno è quello.

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