Chiacchierando con Mariella


L'intervista mi è stata fatta da Mariella Calcagno, direttrice della collana Afrodite della casa editrice Graphe.it

1)Francesco, il tuo è un blog molto frequentato ma anche molto commentato, quindi ti seguono con attenzione i tuoi lettori. E' un piacere per te essere letto? E'condivisione?

Non credo necessariamente che sia un piacere essere letto. E' un piacere produrre qualcosa che susciti l'interesse o il consenso altrui, qualunque forma assuma questa creazione, può essere un libro o un maglione fatto con i ferri. Non credo nemmeno che chi scrive sia mosso dal desiderio di voler condividere il suo pensiero con gli altri. Ritengo voglia le solite cose. Consenso, soldi se possibile, una qualche forma di successo, sia pur minima. Insomma chi scrive vuole vivere, come qualunque altra persona, come è sempre accaduto da che mondo è mondo.

2)Qualcuno pensa che scrivere, fra le varie motivazioni, ci sia anche quella del fatto che sia terapeutico, tu cosa ne pensi?

Non vedo questa motivazione terapeutica. La migliore terapia che conosca è quella di andarsene a Honolulu e farsi coccolare dalle hawaiane in tutù. Mi rendo conto però che non a tutti è concesso.

3)Non molto tempo fa mi scrivesti che per te vedere il tuo libro in libreria non è poi così esaltante, cosa ti esalta allora, cosa ti emoziona, se non un figlio anche se letterario? E' vietato rispondere, il tramonto, la luna, l'amore...

Al momento io non ho ancora visto il mio libro in libreria, quindi non posso dire che sensazioni proverei nella circostanza. Cosa mi emozionerebbe? Direi che possedere un tetto tuo sopra la testa, abbastanza soldi per arrivare a fine mese e non avere ansie sulla tua sussistenza futura è una cosa che mi emozionerebbe moltissimo.

4) In quanto direttrice di Afrodite, ho avuto il piacere di scoprirti e quindi decidere di scegliere il tuo testo da poter pubblicare, nei tuoi scritti leggo spesso malinconia ma anche molto amore nei contenuti che scrivi, appari anche disincantato e non ti interessa essere simpatico a tutti, chi è Francesco Cinque?

Credo di essere solo realista. Non mi faccio illusioni sulla gente e nemmeno su me stesso. Chi sono io? Uno dei tanti. In una scena di Io robot si vedeva un salone pieno di robot identici, simili nell'aspetto e nel funzionamento. La differenza con gli uomini è che questi ultimi, per qualche assurdo motivo, pensano di essere uno diverso dall'altro o persino uno più buono e meritevole di un altro. Comunque non sono per niente un individuo malinconico. Quando mi va, canto a voce spiegata e sono euforico in un modo travolgente che talvolta dà fastidio a chi mi è vicino (forse perché costui, lui sì, è malinconico).

5)Perché consiglieresti di comprare e quindi leggere Atto d'Amore?

Perché in giro si vede e si legge pure di peggio.

6) Quali sono le tue letture preferite?

Mi piacciono i romanzi storici, anche se noto che spesso hanno al loro interno più lentezze e zavorra letteraria di altri libri. Leggo comunque di tutto quando ho tempo. Uno degli ultimi libri che mi è piaciuto è quello di Zucconi su Cavallo Pazzo e i Sioux.

7) Cosa consiglieresti a chi scrive e desidera essere pubblicato?

Di cambiare mestiere a meno di non avere il paparino ammanigliato nel mondo dell'editoria, della cultura o del potere in genere. Avere il paparino ammanigliato è utile pure se non scrivi e non desideri essere pubblicato. Il nostro è un mondo basato sul nepotismo, sulla raccomandazione, in politica, televisione, cinema, editoria, dovunque. E' strano che se ne parli così poco. In assenza del genitore pezzo grosso, potrebbe essere utile la faccia tosta necessaria per raccontare barzellette a telefono agli editori contattati. Sono assolutamente convinto che un buon raccontatore di barzellette abbia molte più possibilità di pubblicare e vendere di uno che si impegna a scrivere.

8) Napoli è la tua città, tre aggettivi per descriverla.

Più che aggettivi direi questo. Una volta non sopportavo alcuni aspetti di Napoli e un certo folclore partenopeo che mi appariva deteriore. Ora sono più tollerante sotto questo aspetto. Una volta non avrei ambientato mai una storia a Napoli. Ora invece la mia città mi sembra uno degli scenari migliori in cui far muovere personaggi letterari.

9) Cosa sogna Francesco?

Quello che sognano gli altri esseri umani. E dato che si tratta di cose imbarazzanti da riferire, sarà meglio tacere.

10)Cosa vorresti che venisse scritto in questa intervista che non ti ho chiesto?

Niente. Dieci domande mi paiono sufficienti

Grazie Francesco.

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